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ottenere la certificazione-Prassi-UNI/PdR-125:2022 ?
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Rilascio certificazione parità di genere: come funziona

Di seguito potrai trovare le risposte alle domande più frequenti per ottenere la certificazione-Prassi-UNI/PdR-125:2022

Nella Gazzetta  Ufficiale del 1 luglio 2022 è stato pubblicato il DM della presidenza del Consiglio -Dipartimento per la famiglia e le pari opportunità,  che definisce  a quali valori fare riferimento per ottenere la certificazione: viene adottato a questo fine la prassi UNI PDR 125 2022  entrata in vigore il 16 marzo 2022 in conformita’ alla norma  UNI CEI EN ISO/IEC 17021-1.
Il rilascio della certificazione  sulla parita’ di genere alle imprese  sarà effettuato  dagli organismi  di valutazione della conformità  accreditati  in  questo  ambito  ai  sensi del regolamento (CE) n. 765/2008.

La Prassi UNI/PdR 125:2022 deriva da un Tavolo di lavoro coordinata dal Dipartimento per le Pari Opportunità, Dipartimento per le politiche della famiglia, Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministero dello Sviluppo Economico e la Consigliera Nazionale di Parità, inoltre disciplinata dalla Legge Gribaudo e dalla Legge di Bilancio 2022 e collegata alla Strategia Nazionale sulla Parità di Genere 2021-2025 (ispirata alla Gender Equality Strategy 2020-2025) predisposta in Italia tramite la Ministra per le Pari opportunità in luglio 2021 correlata al PNRR, di cui uno dei dispositivi legislativi è la Legge 5 novembre 2021 n. 162 sulla parità salariale.

È richiamata nella missione 5 del PNRR che prevede lo stanziamento di 9,81 miliardi per lo sviluppo di politiche d’inclusione sociale. Tra queste figura la Certificazione di Parità di Genere che, oltre a rafforzare l’immagine e reputazione aziendale, consentirà alle organizzazioni di accedere a sgravi fiscali fino a 50mila euro e a premialità nella partecipazione a bandi italiani ed europei. L’adozione della certificazione di genere sarà sostenuta anche da appositi incentivi di natura fiscale e in materia di appalti pubblici. Inoltre, con i fondi del PNRR, il Dipartimento per le pari opportunità attiverà misure di accompagnamento e sostegno delle imprese di medie e piccole dimensioni che vorranno certificarsi.

La certificazione sulla parità di genere si applica a qualsiasi azienda di qualsiasi dimensione e natura, a enti pubblici ed enti del Terzo Settore (cooperative sociali, imprese sociali, associazioni di promozione sociale, organizzazioni di volontariato, fondazioni, enti filantropici, reti associative, società di mutuo soccorso).

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) prevede che nei “bandi di gara saranno indicati, come requisiti necessari e, in aggiunta, premiali dell’offerta, criteri orientati verso gli obiettivi di parità. I criteri saranno definiti tenendo conto fra l’altro degli obiettivi attesi in termini di occupazione femminile e giovanile al 2026 e dei corrispondenti indicatori medi settoriali europei”.

All’interno della missione 5 del PNRR si parla di definizione di un Sistema nazionale di certificazione della parità di genere che accompagni e incentivi le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il gap di genere in alcune dimensioni che incidono sulla qualità del lavoro.

La prima norma di riferimento è la legge 5 dicembre 2021, n. 162 a cui è stato aggiunto l’articolo 46 bis. Allo stato attuale la certificazione della parità di genere non è pienamente operativa, perché mancano i decreti attuativi. Tuttavia è stata pubblicate da UNI la prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022 che individua sei aree di valutazione che contraddistinguono un’organizzazione rispettosa della parità di genere e inclusiva nel rapporto con i dipendenti.

Sì sono previsti degli incentivi fiscali e con i fondi del PNRR saranno attivate delle misure di sostegno per le imprese di piccole e medie dimensioni che vorranno certificarsi.

Le area su cui si basano i coefficienti KPI hanno un diverso peso percentuale nella valutazione finale e sono: cultura e strategia (15%); governance (15%); processi HR (10%); opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda (20%); equità remunerativa per genere (20%); tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro (20%). Inoltre, si procede a misurare il miglioramento nel tempo di tutti i coefficienti.

E’ previsto il raggiungimento del punteggio minimo complessivo del 60% per determinare l’accesso alla certificazione da parte dell’organizzazione.

L’ente di certificazione eseguirà un monitoraggio annuale e una verifica ogni due anni, per dare evidenza del miglioramento ottenuto grazie alla varietà degli interventi messi in atto o delle correzioni attivate.

Oltre all’evidente attrattività e fidelizzazione dei propri dipendenti, è previsto un incentivo sotto forma di esonero contributivo determinato in una misura non superiore all’1% e nel limite massimo di 50.000 euro annui per ciascuna azienda.
E’ previsto un punteggio favorevole per la concessione di aiuti di stato e/o finanziamenti pubblici in genere; si avanza in graduatoria nei bandi di gara pubblici per servizi e forniture.

Le Aziende pubbliche e private con più di 50 dipendenti sono tenute alla redazione periodica di un rapporto sulla situazione del personale maschile e femminile. Tale rapporto non è una certificazione  rilasciata da un ente di certificazione accreditato  anche se segue lo spirito di fondo delle linee guida UNI/PdR 124:2022. Tale rapporto non può essere usato nei bandi e non garantisce alcun punteggio premiante.